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ATTENZIONE |
Data Inserimento: Wed, May 25, 2011 - 20:06:49 |
Evento N°: 1068 |
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Nome: Silvia Cicio |
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Località: ROMA |
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Sabato 28 Maggio 2011 si inaugura alle ore 18.30 presso lo spazio Vista Arte e Comunicazione, in Via Ostilia 41 (zona Colosseo) a Roma, la mostra Colori, Materie, Segni degli artisti Marco Baj, Debora Bottaro, Maria Carla Mancinelli, Anna Pichierri, Corrado Pizzi, Francesco Rosicarelli, Matteo Rosicarelli, Matteo Ruffo, Scegle e Ornella Stabile. La mostra è centrata sull’esplorazione dell’utilizzo dei principali strumenti del lavoro artistico. Soqquadro & Vista Presentano Colori, Materie, Segni Mostra collettiva DURATA: 28 Maggio - 10 Giugno 2011 INAUGURAZIONE: sabato 28 Maggio ore 18.30 ORARI: dal lunedì al venerdì 14.00-19.30 sabato 17.00-19.30 LUOGO: VISTA Arte e Comunicazione, Via Ostilia 41, Roma (zona Colosseo) CURATRICE: Marina Zatta COLLABORAZIONI: Gloria Ceschin, Yasmin Mohamed Samir, Alessandra Parrella, Mara Valente INFO: tel. 06.45449756, cell. 333.7330045, 349.6309004 info@vistatv.it soqquadro@interfree.it www.soqquadro.eu “Vista” è un centro dedicato all’arte e alla comunicazione che nasce dall’esperienza di alcuni giornalisti da sempre impegnati nell’organizzazione di eventi d’arte e cultura. Una project gallery che si rivolge ai giovani talenti esordienti, ma accoglie anche esperienze confermate all’ombra della splendida cornice del Colosseo. In questo luogo Soqquadro espone la collettiva Colori, Materie, Segni, un progetto di Marina Zatta centrato sull’uso del colore, della materia pittorica e del segno grafico a 360 gradi. Nell’esposizione sono presenti artisti che lavorano su diversi stilemi artistici, dal figurativo alla pop art, dall’informale all’astratto, molte delle principali correnti culturali dell’arte sono rappresentate in questa esposizione. Nei secoli, qualsiasi sia stato il soggetto e lo stile della narrazione pittorica, alcuni elementi sono sempre stati la strumentazione utilizzata dagli artisti per ideare un’opera d’arte. L’uso del Colore, evidenziato dalla luce, la scelta della Materia sia essa impalpabile o densa, e il Segno in tutte le sue varianti, sono più del pennello e della tavolozza gli arnesi di composizione dell’opera. Con questa mostra Soqquadro vuole lasciare spazio espressivo agli artisti per esplorare un più ampio spettro di ricerche artistiche sia sul piano dell’ideazione che su quello della realizzazione del lavoro d’arte. Marco Baj con le sue opere ci racconta la lotta tra la natura e il grigio del cemento. La Città domina sulla Natura, come un meccanismo ben oliato; elimina il proprio creatore perdendo la sua vera funzione per trovarne una nuova: vivere. Come un qualsiasi essere prende coscienza di se stessa per progredirsi ancora e ancora. Ogni Città ha dei nuovi inquilini: i Palazzi (strutture verticali di vetro, acciaio e cemento). Questi servono fedelmente la Città come dei soldati. Il loro scopo è assumere nuove posizioni conquistando gli spazi verdi e aggiudicandosi nuovi piani. L’opera di Debora Bottaro appartiene ad un ciclo che simboleggia la pazienza e i suoi livelli. La qualità di chi sopporta serenamente avversità, molestie, indugi e quant’altro viene rappresentata dalla corda presente sull’opera. In quest’opera i pezzi di corda, dal più corto al più lungo, simboleggiano i gradi della pazienza. I colori di Anna Maria Piccheri si accordano e si scontrano in uno spazio organizzato che diventa "campo di battaglia", atto alla verifica, aperto alle possibilità. Essi si mostrano come regolati da leggi compositive che ne determinano posizione, andamento direzionale, quantità, contrasti. La tela, ove riversare i tentativi di esperienza, diventa - attraverso combinazioni, stesure, accostamenti tonali - terreno d'invenzione; indicando altro ed altrove. Attraverso il gioco del colore con i suoi ritmi e rimandi, l'artista, nel rapporto di esplorazione e di scavo si fa “insidioso, insoddisfatto...” Le “Città Invisibili” di Maria Carla Mancinelli, nel loro essere un omaggio a Italo Calvino, rappresentano paesaggi immaginari e dell’immaginario, che svelano nuove dimensioni, oniriche ed evanescenti, fatte di sovrapposizioni, nuovi piani, nuove profondità. Architetture galleggianti, leggere e fantasmatiche, che rivelano l’incertezza del presente, annegando nelle nebbie di un tempo in sospensione. Per Corrado Pizzi bisogna intuire l'eccezionale e ricercarlo. Per lui il punto focale è lo studio e la sperimentazione di materiali sempre più ricercati, quasi a voler rendere l'opera un manufatto unico e inedito, perfezionando ogni particolare con pietre dai riflessi magici. Matteo e Francesco Rosicarelli amano utilizzare materiali di recupero (industriali, edilizi, domestici) per realizzare le loro opere. La loro poetica mira a scovare in questi materiali da discarica una nuova vita, a dare loro una seconda chance, magari migliore della precedente. E’ il caso magari di un residuo di un profilato di alluminio, che alla nascita ambiva a diventare una finestra, e che per qualche millimetro si trova ad essere fuori da questa finestra, ad essere scartato. Una volta relitto sorge di nuovo come un opera che andra ad abbellire un ambiente! Dopo alcuni anni passati come illustratore Matteo Ruffo ha deciso di dedicarsi alla pittura. Dipingere è per lui un esercizio faticoso che richiede costanza e disciplina... nulla di idilliaco o romantico. Un'immagine a suo giudizio funziona quando riesce a rappresentare una "realtà", e quest'ultima deve essere in grado di vivere autonomamente, anche fuori da riferimenti figurativi, solo grazie alla sua forza. Il dipinto di Scegle fa parte di una serie in cui rappresenta i quattro elementi (fuoco, aria, terra, acqua); qui si rappresenta la terra in quanto tale, pura e semplice. La terra che sta sotto di noi, che calpestiamo, stratificata e ricolma di tesori, di sorgenti, di animali, cunicoli, rocce e radici. Terra come luogo di sepoltura, ma anche madre e generatrice di vita, antica e giovane allo stesso tempo, manifesto di un continuo rinnovamento vitale. E’ anche a questo “riciclo di vita” che ha voluto accennare, con l’impiego di vari materiali di recupero, che rendono l’opera estremamente materica. Per Ornella Stabile la pittura è ricerca; nelle variabili di scelte possibili sta il linguaggio imperscrutabile della visione poetica. Il soggetto non è niente, è solo il supporto sul quale la visione si propone determinati obiettivi, è come il titolo, nient’altro che un vuoto contenitore, ma la sostanza, il vero tema dell’opera è la pittura, la materia pittorica. L’opera si lascia affascinare dal soggetto solo al fine di mostrare una materia pitttorica che non sottolinea la forma, ma la rende evocazione di se stessa, metafora vibrante di ciò che vediamo. |
Data Inserimento: Wed, May 25, 2011 - 18:37:47 |
Evento N°: 1067 |
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Nome: domenica petrafesa |
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Località: BARI |
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GALLERY ART VILLAGE COMUNICATO STAMPA SCULTURE DI LUCE PER UNA FIRENZE IMMAGINARIA mostra delle opere di GIOVANNI LORUSSO dal 1 Giugno 2011 al 30 Luglio 2011 “Sculture di luce per una Firenze immaginaria”: questo è il titolo della mostra che l’artista-architetto Giovanni Lorusso presenta presso Gallery Art Village a Gravina in Puglia e interamente visitabile on line sul sito: www. galleryartvillage.com Una sperimentazione artistica iniziata nei primi anni Ottanta in cui l’artista omaggiava la città di Firenze utilizzando il media fotografico attraverso la fusione e la sovrapposizione di immagini e di fasci di luce nel buio della sua camera oscura precorrendo ed anticipando così, gli utilizzi degli attuali strumenti tecnologici e digitali. Le sue opere fotografiche sono assolutamente uniche e irripetibili nel loro genere poiché di esse non esiste alcun negativo e rappresentano quasi una sorta di provocazione alla capacità di ben ricordare e di fissare la memoria dei luoghi da parte dello spettatore il quale inevitabilmente rimane stordito come in un risveglio tanto da non riuscire più a comprendere se si tratta di finzione o di realtà. Ed è proprio intorno al rapporto tra verità e menzogna è giocata la ricerca artistica di Giovanni Lorusso nonché al tema della memoria, dei ricordi e dei vissuti esperienziali che si intrecciano e si avvicendano in un impetuoso turbinio di emozioni e di memorie di emozioni. Così come avviene nel sogno in cui si fondono immagini reali ad altre fantastiche, elementi simbolici di città sono accostati ad immagini consuete recuperate da un vissuto quotidiano giungendo, così, alla composizione di una nuova visione certamente falsa e menzognera ma forse più vera poiché più vicina al ricordo che abbiamo di essa. L’opera è così definita dall’artista scultura di luce in quanto rappresenta tecnicamente l’esito di un gioco di fasci di luce che, come in una scultura prendono forma e fluiscono nel buio della camera oscura e rimosse - come i ricordi a cui rimandano – attraverso l’abrasione di alcune parti e di messa a nudo di altre vivificate da sapienti virate di colore. Giovanni Lorusso nato a Gravina in Puglia (Ba) nel 1960, artista-architetto, sin da giovanissimo è impegnato nella ricerca artistica utilizzando vari media quali: scultura, pittura, fotografia, arti grafiche e digitali. Vive e lavora tra Milano e il suo paese d’origine e la sua attività artistica risente delle influenze e contaminazioni dell’attività professionale che lo porta a viaggiare tra l’Europa e i Paesi Orientali. Le opere di Giovanni Lorusso si trovano in collezioni private in Italia e all’estero dove ha partecipato a numerose mostre personali e collettive di pittura, scultura e fotografia riscuotendo i favori della critica. Le sue opere sono il frutto di ripetute situazioni di tensione, di incertezze e di crisi che portano all’emergenza di sempre nuove creazioni, nuovi “ordini” ogni volta più evoluti e che alludono ai fenomeni fisici e biologici dell’”emergenza” delle novità, che ritroviamo nella teoria della complessità e del caos. La trasformazione continua e ripetuta del segno e del disegno è, dunque, la cifra della sua sperimentazione artistica che dà il senso della intensità emotiva insita nel suo processo creativo. L’esperienza maturata nel campo architettonico, poi, ha notevolmente caricato di contenuti questa sua costante ricerca: volumi che si intersecano, si sovrappongono, si accavallano, frammenti di architetture che si sedimentano e si snodano per divenire “altro”. La mostra è curata da Domenica Petrafesa |
Data Inserimento: Tue, May 24, 2011 - 15:46:15 |
Evento N°: 1065 |
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Nome: demetria verduci |
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Località: FIRENZE |
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The People Project è iniziato mentre Lucy Keeler era artist-in-residence presso la Macina di San Cresci nel 2008. Durante i due anni successivi il progetto si è sviluppato e arricchito in uno studio del Territorio del Nord dell'Australia. La collezione finale di dipinti è stata esposta in anteprima nel remoto nord australiano e sarà in mostra a La Macina di San Cresci in Italia, prima di recarsi a Sydney nel 2011. 'Nessuno invecchia semplicemente vivendo un certo numero di anni. Noi invecchiamo abbandonando i nostri ideali. Gli anni possono raggrinzire la pelle, ma rinunciare all'entusiasmo raggrinzisce l'anima. '(Samuel Ullman) La capacità di comprendere il proprio processo di invecchiamento genera una risposta interna evolutiva da parte di ogni persona, senza distinzione di cultura, sesso o periodo della vita. La mappa topografica del volto di una persona si evolve, poiché invecchia, in proporzione e secondo una prospettiva? The People Project esplora il parallelo tra i pensieri di un individuo e i cambiamenti del contorno del viso associati con il processo di invecchiamento. La ricerca ha comportato interviste e indagini, ricerche fotografiche e letterarie e una mappatura facciale topografica (uno studio tecnico dei contorni geografici del cranio e della pelle, che ha generato una mappa dettagliata di percorsi e linee). Questa mostra sarà inoltre ospitata nel 2011 nelle seguenti gallerie: Woods Street Gallery - Darwin, Australia FacePaint Pop Up Gallery - Sydney, Australia Lucy Keeler è una pluripremiata artista australiana, nata nel 1981 a Sidney. Numerose le mostre personali e collettive tra cui: Primrose Gallery, Cremorne NSW; Grand Pacific Blueroom, Paddington NSW; Parliament House, NT; Perth Town Hall, Perth,WA; Arts on Bourke, Surry Hills, NSW; Sydney Town Hall. Il suo lavoro ( paintings, projection art e production design ) è stato esposto e collezionato a livello locale e Internazionale ( selezione) : Kennon commission, Nolan-Cook commission, Derrick commission, Adelaide Festival of the Arts, Vancouver Winter Olympics, The Colours of Malaysia, Kuala Lumpur, Louis Vuitton Launch, Hong Kong, Singapore Night Festival, National Gallery of Australia, Canberra, Fendi, Season Launch, Beijing China, 15th Asian Games, Opening Ceremony, Doha Qatar, Commonwealth Games, Opening Ceremony, Set and Costume Design, Melbourne VIC, Sidney Dance Company. La mostra presenta anche una serie di opere di artisti aborigeni, una raccolta di elevato contenuto artistico e di assoluta originalità, che consente un inconsueto e prezioso contatto con il movimento pittorico contemporaneo degli Aborigeni australiani. Ognuna di queste opere ha un certificato di autenticità che delinea la storia del dipinto. L’opera aborigena raffigura sempre antiche storie del dreamtime. Nella mitologia aborigena australiana il “Tempo del Sogno” (Dreamtime) è l’era che precede la formazione del mondo. Per millenni le popolazioni autoctone dell’Australia si sono tramandate oralmente i miti cosmogonici e li hanno raffigurati sulle pareti delle caverne, sulle pietre e sulla corteccia degli alberi. Quest’arte è quasi sempre espressione di messaggi spirituali, religiosi e mitologici e molte opere sono impregnate di valori identitari e ambientalisti, rispecchiando il fedele amore delle genti aborigene per la terra madre e la natura. Tutti gli artisti che hanno realizzato queste opere vivono in regioni remote del deserto. Opening 16 giugno 2011 ore 18 La Macina di San Cresci - Greve in Chianti tel. 055 8544793 ![]() |
Data Inserimento: Tue, May 24, 2011 - 12:02:42 |
Evento N°: 1064 |
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Nome: chiara ferella falda |
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Località: VENEZIA |
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FLAVIO LUCCHINI: "WHAT WOMEN WANT(?)" Un artista occidentale si cimenta con l’iconografia mediorientale. Immagini di donna. Sotto il burqa afgano, il niqab mediorientale. Che illuminano, rivelano, riflettono su il misticismo, il fanatismo, l’oscurantismo del presente. E l’insopprimibile voglia di esprimere se stesse. Sguardi velati per le ironiche copertine di riviste di moda o per i poster versione street-art. Moltitudini velate nei quadri che ipotizzano un futuro sempre più dominato dall’Islam. Veli che nascondono ma non sopprimono la voglia di femminilità, bellezza, giovinezza e sono discretamente o sfacciatamente decorati, ricolorati, griffati. Grandi opere digitali, dove il mouse si sostituisce al pennello, l’unicità dell’arte si fa complice della serialità della tecnologia. Contaminazione di culture. Crossing di linguaggi: l’arte si interfaccia con la moda, con la grafica, con la pubblicità, con la fotografia, con internet, con Photoshop, con il sociale. |
Data Inserimento: Mon, May 23, 2011 - 13:37:04 |
Evento N°: 1063 |
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Nome: Galleria d'arte Spazio 120 |
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Località: ROMA |
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FABER Mostra personale dell’artista Valerio Giacone Inaugurazione sabato 11 giugno 2011 ore 18 Galleria d’Arte Spazio 120 Sabato 11 giugno presso la galleria d’arte SPAZIO 120 avrà luogo l’esposizione personale dell’artista Valerio Giacone dal titolo FABER. Più di venti opere in tecnica mista con cui si intende proporre una visione completa della recente fase di ricerca artistica del talentuoso pittore romano. Il linguaggio espressivo risulta essere l’incipit per riconsiderare e mostrare un’idea di Arte e di Vita dove l’azione è la chiave interpretativa della creazione: FABER, colui che fa. Giacone indaga e rappresenta la realtà attraverso l’utilizzo di ferro, legno, carta e altri materiali di recupero, che fa rivivere modellandoli con incisioni, tagli improvvisi, abrasioni, combustioni. L’artista costruisce l’opera sfruttando le proprietà intrinseche della materia, esalta le prospettive sperimentando una tridimensionalità accentuata dall’alternarsi di piani sovrapposti. L’elemento applicativo si fonde con quello pittorico risultando omogeneo al soggetto rappresentato che si erge tra luci e ombre, estraneo ad una dimensione temporale percepibile. Coerentemente con uno stile ormai consolidato, Giacone riesce a fondere la sua personale indagine tecnica con una intensa ricerca interiore e sociale. Strutture urbane e architetture industriali cariche di atmosfere struggenti vibrano di contrasti cromatici; descrivono recondite suggestioni evidenziando l’idea di una società in progressiva decadenza, dove la memoria si perde nell’oblio e il peso della solitudine umana si accompagna a un desiderio catartico di riscatto individuale e rinascita collettiva. Per vedere l'anteprima della mostra visita il link: http://www.youtube.com/watch?v=uDq8aA8iwsc Dal 11 giugno al 31 luglio 2011 Martedi-Sabato 10:30-19:30 Domenica 10.00-13.00 Galleria d’Arte Spazio 120 via Giulia 120 00186 Roma www.spazio120.it mail: spazio.120@libero.it tel.: 06.64760439 |
Created by George Currums. |