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ATTENZIONE |
Data Inserimento: Thu, May 14, 2015 - 20:19:27 |
Evento N°: 2218 |
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Nome: Paola Pacchiani |
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Località: ROMA |
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Dal 22 al 31 maggio, la Galleria “Il Mondo dell’Arte” ospita nella storica sede di Palazzo Margutta (Via Margutta, 55) una mostra antologica dal titolo “Vincenzo Colucci. 1898 – 1970” dedicata a un artista dalla personalità tanto straordinaria ed eccezionale quanto affascinante, dotato di una educazione estetica unica, ma soprattutto “in possesso di una libera concezione degli schemi compositivi, quale può ritrovarsi soltanto in un pittore che ha della realtà un’idea poetica totalitaria”, come scrive Carlo Carrà. Capace di avvicinarsi a luoghi, cose e persone dosando sapientemente il cuore dell’uomo e l’occhio del pittore, Colucci è dotato di un talento innato e naturale, caratterizzato da una significativa capacità espressiva e comunicativa, e arricchito da un margine di invenzione spontanea e casuale, da una tecnica immediata e virtuosa, da una notevole vivacità cromatica, da una semplicità e da una solidità della costruzione che gli regalano il lusso di non dover ripudiare neanche l’uso di una tavolozza fatta di colori elementari. A lasciar traccia sull’autentica vocazione di questo pittore prolifico, geniale e raffinato al tempo stesso, incapace di dipingere sotto i dettami di una scuola, gli artisti della tradizione napoletana, Utrillo, i paesaggisti lagunari del Settecento, diversi pittori neo-impressionisti (da Parquet a De Pisis, da Dufy a Van Dongen) ma anche Cezanne e Morandi o le grandi firme del filone della pittura intimistica e decadente, che ha il suo più geniale esponente in Mario Mafai. Che siano vedute, marine, ritratti o nature morte, realizzate quasi sempre con la tecnica dell’olio su tela o su legno, egli dimostra “di perseguire un principio d’arte che, se non può dirsi avanguardiero nel senso corrente della parola, mira alla salvezza ed omogeneità pittorica, il che conta anche di più, se la pittura deve essere quella che fu sempre nelle buone epoche della storia”, come scrive ancora Carlo Carrà. Sicuro analizzatore del paesaggio, Vincenzo Colucci ritorna da ogni viaggio con un grosso carico di dipinti: la Liguria, la Toscana, Napoli, Roma ma anche la Francia, l’Inghilterra, il Belgio, l’Olanda, la Svizzera, la Tripolitania e ancora l’America e il Giappone. A costituire i temi dominanti l’intera sua produzione sono, però, soprattutto Venezia e Ischia: la prima amata per la sua intima essenza di vita; la seconda osservata con goethiana serenità, evitando la facile commozione della nostalgia sentimentale verso il mondo della sua infanzia. E’ proprio con la presa di contatto con il paesaggio lagunare che arriva la svolta decisiva nella sua pittura: è allora che il colore si schiarisce, gli orizzonti si allargano, prendendo profondità, la luce diventa protagonista del quadro e il taglio si raffina. Nell’esposizione con la quale la nipote Annamaria Petti ha scelto di rendergli omaggio un’ampia raccolta di opere pittoriche caratterizzate da un solido impianto tonale, studiato sulla scia dei pittori della generazione precedente alla sua, all’interno del quale, a seconda dei momenti, la pennellata è più leggera o tenace mentre il cromatismo più chiaro, delicato e vivace, arriva ad assumere toni più grevi. Tutti questi lavori offrono al pubblico la possibilità di ammirare uno spaccato importante della vasta e ricca attività di quest’esponente di spicco della scuola napoletana, generando un percorso che dagli esordi arriva fino alla piena maturità artistica e testimonia la poliedricità di tematiche che caratterizza questo pittore: paesaggi e vedute marine, in cui l’artista riesce a trasportare i suoi stati d’animo, ritratti e figure umane, nature morte e fiori, genere nel quale più chiaramente si colgono i caratteri della sua sensibilità e in cui la verve di Colucci ha modo di esprimersi con maggiore libertà. A curare la mostra, che ripercorre attraverso un’ampia raccolta dei suoi lavori e alcune preziose testimonianze sia la sua carriera artistica che le fasi più significative della sua vita, il Maestro Elvino Echeoni e Remo Panacchia, soci fondatori de “Il Mondo dell’Arte”, che da anni propone, nella sede espositiva di Via Margutta, Maestri che hanno portato l’arte italiana nel mondo. All’allestimento ha contribuito anche il gallerista Adriano Chiusuri. L’appuntamento per il vernissage è fissato per sabato 22 maggio 2015 dalle 18.30 alle 21.30. |
Data Inserimento: Sat, May 9, 2015 - 18:59:55 |
Evento N°: 2217 |
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Nome: Daniela Accorsi |
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Località: TORINO |
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STEFANO GALLI IN MOSTRA ALLA GALLERIA ACCORSIARTE "MOMENTI DI GUERRA FRA PENNELLI E MODELLI " INAUGURAZIONE Sabato 16 Maggio 2015 dalle ore 18.00 MOSTRA PERSONALE d'Arte Contemporanea TORINO Via Fratelli Calandra 9 16 - 31 Maggio 2015 La Galleria AccorsiArte è lieta di presentare al pubblico torinese alcune fra le bellissime e umoristiche opere del Maestro Pittore STEFANO GALLI , opere che raccontano azioni di guerra e di battaglie in una dimensione fantastica, dove gli orizzonti hanno una sede inaspettata che non è quasi mai orizzontale . Nelle opere di Stefano Galli ci si perde in una sorta di mal di mare o d'aria , ogni volta prive di una base ferma e solida che tiene immobile lo spettatore , ricche di movimento e di vortici prospettici . Stefano Galli ci apre delle finestre nella simulazione bellica dove il male è sconfitto a priori. Il movimento nelle pitture di Stefano Galli fa quel rumore che si può percepire in silenzio , il rumore dell'azione e dei colori che è in grado di coinvolgere tutti all'interno di un immaginario e di inventiva che con grandissima abilità il Maestro pittore Galli ci propone . Ogni tela ha il potere di arruolarci tutti in una guerra che ci diverte perchè complici di una ironia unanime . La mostra vedrà presenti dei rari modellini di carri armati , tank e altro , da collezione privata , che faranno da cornice alle divertenti opere di Stefano Galli. La Galleria AccorsiArte è lieta di presentare al pubblico di Torino i propri Artisti che potrete trovare in esposizione permanente , Artisti professionisti di chiara fama ed emergenti, Maestri dell'Arte moderna e contemporanea come : GIACOMO MANZU‘- EMILIO GRECO - SALVATORE FIUME - ITALO GILARDI- COLOMBOTTO ROSSO - MAXO DELLA ROCCA- MARIO SCHIFANO - HORIKI KATSUTOMI - ROSANNA BONAVIA - STEFANO GALLI - ALDO BASILI - CARLO CAMMAROTA - MARIA TRASMONDI - ANNA RITA BISIO e ENRICA BRUGO - MASSIMO CIRIO -ANDREA GRUCCIA LYDIA LORENZI - ALESSANDRO CINARDO - MICAELA CALLIERO - DANIELE CANONICI - STEFANIA BORRELLO MARIA GIACHETTI - STEFANO TORRIELLI - LA GALLERIA è ALTRESI' LIETA DI OSPITARE TUTTI COLORO CHE VOLESSERO OSSERVARE DA VICINO LA SINDONE , si tratta di un Telo raffigurante in modo fedele e raffinatissimo la Sacra Sindone fotografata al massimo dei suoi dettagli , compresa la trama del tessuto . Il telo si presenta perfetto anche nella dimensione REALE . La Galleria è lieta di ospitarvi numerosi Per Informazioni AccorsiArte Via Fratelli Calandra 9 TORINO mail . accorsiarte@gmail.com tel. 0039 3420929640 www.accorsiarte.com Orari di apertura : Dal Martedì al Sabato 10.30 - 12.30 / 15.30 - 19.30 |
Data Inserimento: Thu, May 7, 2015 - 19:22:25 |
Evento N°: 2216 |
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Nome: vik rai |
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Località: PARMA |
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Dal 24 Maggio fino al 7 Giugno 2015 Sala espositiva Sympathy Club Il Circolo Amici di Fontanelle (Parma) PRESENTA in ANTEPRIMA il "DIES IRAE" Mostra dell'artista V.Rainieri Madrina dell'evento il Cav. Anna Poletti Zanella Presl'ass. “J. B. Boudard”,(Parma) APERTURA Domenica 24 Maggio 2015 ore 16 TERMINE Domenica 7 Giugno 2015 All'pertura di DOMENICA 24 CONCERTO di CARLA THEY all'arpa RENATA CAMPANELLA soprano "DIES IRAE" EVENTO UNICO AL MONDO 17 Metri di puro colore 50 personaggi 20 rappresentazioni faunistiche 25 simboli nascosti da ricercare tra le righe "Dies irae" Impareggiabile, sublime capolavoro musicale del maestro Giuseppe Verdi, come sublime ed impareggiabile il lavoro del maestro Rainieri che nei suoi 17 metri di pittura ha saputo interpretare il messaggio nascosto nella grande opera Verdiana rendendolo visibile a tutti Trasportate in immagini quello che il grande maestro Verdi con la sua musica ha voluto farci comprendere. Un bellissimo affresco dedicato alle coscienze curiose che stanno cercando.... Verdi il Terrestre, Nel "Requiem" Verdi ci rivela il suo modo di sentire davanti a Dio, partendo dalla tragedia della morte. « In essa c'è l'elevazione dell'umano sino a quella massima altezza oltre la quale l'uomo, perdendo di sè coscienza e dominio, non avrebbe neppure più il potere di parlare ad altri uomini, e di farsi da essi intendere e di commuoverli ed esaltarli ». Nella Messa Verdi guarda verso l'alto dei cieli, come se parlasse egli solo per le moltitudini dei fedeli a lui vicine e adoranti, gementi, imploranti... ». Massimo Bontempellihttp://pinacoteche.pittart.com/mostre/eventi/uploads/NUMERO.jpg [/img] |
Data Inserimento: Thu, May 7, 2015 - 13:57:33 |
Evento N°: 2213 |
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Nome: letizia caiazzo |
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Località: NON SPECIFICATO |
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INTORNO ALLA FIGURA Periodo espositivo dal 9 al 23 maggio dal lunedì al sabato ore 15-19. La rassegna presenta un'interessante carrellata sul figurativismo rappresentativo di quel vivace pluralismo stilistico e poetico che connota l'arte odierna. Si intende la qualità pittorica dei lavori esposti, sostenuta da capacità e ricerca, così come accompagna ogni opera un responsabile adeguarsi alle regole del mestiere e, nello stesso tempo, un trasgredirle nel segno di nuovi equilibri. Nell'arte occidentale il nome “figura” richiama la forma esteriore delle cose e, in un secondo tempo, rimanda alla raffigurazione. La nostra cultura però gli affianca fin dall'antichità il significato verbale quale figura retorica. Ciò ci fa pensare allo sguardo ed alla parola. E'come se la filosofia dovesse ad un certo punto far spazio ai processi liberatori dell'arte. “Immagine” è anch'essa legata alla rappresentazione e nondimeno all'idea. Dentro al circuito creativo l'uomo, partendo dalla realtà che lo circonda, amplia e fonda la sua conoscenza del mondo. Oggi spesso sentiamo disagio per un senso di appiattimento generale, ma se proviamo a credere ancora alle coordinate creative sguardo e parola, attivazione di sensi e di mente, allora l'assopimento figurativo lascia il posto, almeno in parte, alla potenza immaginifica che ci portiamo appresso. Giovanna Arancio Espongono: Alderucci Corrado, Bartolone Antonella, Bergamaschi Simone, Bolzoni Franco, Branca Alberto, Buono Angelo, Caffaro Rore Adriana, Caiazzo Letizia, Caramazza Albino, Ciafardoni Carla, Coccioli Michele, Isabella Corcelli, Alice Cristelli, Di Bacco Alfredo, Discepolo Girardi, Francesco Di Martino, Gatti Cocci Barbara, Gebbia Erminia, Lupo Francesca, Mastrangelo Clara, Molinario Fabrizio, Montini Gabriella, Moretto Anna Maria, Mrazovà Sarka, Musso Binello Franca, Pairona Ester, Pasquali Raffaella, Perona Carla, Petrucci Angelo, Policastro Angela, Raluca Misca, Rizzo Venere, Roggeri Guido, Salamone Alessandro, Samiguel Juan, Silvi Carla, Soccodato Salvatore, Valensin Luciano, Vasino Michele, Ventura Maria, Ziganto Chiara. |
Data Inserimento: Thu, May 7, 2015 - 12:19:31 |
Evento N°: 2211 |
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Nome: Romina Guidelli |
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Località: ROMA |
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CON I PROPRI OCCHI ANGELO COLAGROSSI DAL 9 AL 30 MAGGIO 2015 INAUGURAZIONE SABATO 9 MAGGIO ORE 18.00 Orario: Inaugurazione sabato 9 maggio 2015, dalle ore 18. Orari apertura al pubblico: Lun-Ven 10-13; 15-18 / Sabato su appuntamento. Catalogo: a cura di Sissi Aslan Testi di Sissi Aslan e Alberto Gianquinto Dove: Via Antonio Bertoloni, 45 (località Parioli), 00197 Roma Costo: Ingresso libero Telefono: (+39) 06 45 555 970 E-mail: laura@philobiblon.org URL: http://www.philobiblon.org Facebook:https://www.facebook.com/Philobiblonsrl Ufficio stampa: Romina Guidelli- rominaguidelli@hotmail.it - mob.+39 349 5202413 CON I PROPRI OCCHI è il progetto che coinvolge i due artisti romani Angelo Colagrossi e Mauro Magni, in due grandi mostre personali, Colagrossi dal 9 al 30 maggio 2015 e Magni nel successivo mese di giugno, organizzate da Philobiblon Gallery di Via Antonio Bertoloni 45 a Roma. Le opere presentate al pubblico in questa doppia occasione, dai dipinti alle carte, incluse le sculture in terracotta, sono il risultato delle ricerche che gli artisti hanno maturato negli ultimi anni, trovandosi a percorrere strade comuni che confluiscono nel titolo stesso del progetto: CON I PROPRI OCCHI. Le due mostre propongono, indicano e suggeriscono il racconto e la prospettiva di Colagrossi e Magni attraverso declinazioni e strutture differenti ma articolate secondo una storia comune, quella del loro amore nei confronti della pittura e del loro disagio verso la perdita d'identità. CON I PROPRI OCCHI ANGELO COLAGROSSI La PHILOBIBLON GALLERY di Filippo Rotundo e Matteo Ghirighini è felice di presentare: "Con i propri occhi, Angelo Colagrossi". La mostra presenta un percorso di circa dieci anni di lavoro dell’artista raccontato da dipinti, anche di grandi dimensioni, su tela e su carta, e terrecotte. Per Angelo Colagrossi "l’opera d’arte è inciampo e sorpresa, scrive Sissi Aslan nel testo critico si misura sempre con la società che produce e consuma. È ambiguità della bellezza. È meraviglia e sbalordimento della confusione. È arte responsabile. Tentativo di ordine interno contro il kaos esterno. Sono presenti, sulle tele e sulle carte, di quest’ultimo decennio in particolare, forme e figure simboli e linguaggi modelli e sistemi che l’artista usa per riflettere la sua arte sul mondo. Il simbolo visivo non conosce limiti di conoscenza e riconoscibilità. Tuttalpiù per riconoscere bisogna conoscere, almeno percepire visivamente. Quando si assimila il codice tematico-visivo finalizzato alla comprensione di un’immagine allora, e solo allora, la percezione ne rivela il significato. E il problema si rivolge al discrimine tra simbolismo intenzionale e simbolismo subconscio. È esattamente la partecipazione emotiva del ricevente che innesca – può innescare – nuove letture e significati a un simbolo. L’artista immagina e anticipa. Il suo è un vivere plurale anche nella desolazione della sua solitudine. È meditazione del vivere! ... Il pittore si adopera e richiama a proprio spunto quel magma del niente e del vuoto nel quale il dripping suo personale delle colature, unica espressione in furore, ci segnala la realtà stessa. Il suo quotidiano sgocciolare colare e oggetti come capitoli di uno sdegno acre e addolorato, figlio di un’estrema necessità di salvare e di salvarsi. La pittura stessa diventa in Colagrossi il suo quotidiano salvare e salvarsi. Si fa respiro dell’esserci e testimonianza di sé, intrico e recupero, dripping contrapposto al ristagno dei mostri generati dal consumo." Sissi Aslan, Verso La natura scalzo E ancora " Colagrossi scrive Alberto Gianqunto nel testo critico è certo intuitivamente consapevole di questo stato di cose, ma non parte da un’idea, ma dalla pittura; e quindi, immerso nel vissuto della trasformazione caotica del suo tempo, non può che percepire tale stato, non come semplice darwiniana e naturale evoluzione, ma nella sua insensatezza, per fratture e frantumi di temporalità. Perduto il valore teologico dell’inizio del tempo, il mito resta affidato solo ad una memoria che si fa evanescente e l’utopia, ormai ideologicamente soppressa; è un tempo che, senza più significati, annulla lo spazio e il suo orizzonte figurativo: non resta che il ‘momento’, rimangono ammassi di oggetti che scorrono via, scolano giù, discarica di inutilità (bottiglie, portatili, vasi arcaici, figure), segnata solo dalla simbolicità del provvisorio, dell’inutile, dell’irrecuperabile" Alberto Gianquinto, Senza rotta nella storia, un navigare a vista, Angelo Colagrossi |
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