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EVENTI E MOSTRE PITTURA - SPAZIO INTERATTIVO

ATTENZIONE
Questo spazio sarà a breve chiuso. Abbiamo tuttavia appena aperto la sezione EVENTI E MOSTRE DI PITTURA su Facebook dove sei invitato a postare il tuo evento.


Data Inserimento: Wed, May 7, 2014 - 16:04:18

Evento N°: 1984

Nome: Silvia Cicio

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Località: PAVIA
Linda Beatrice D’Arrigo Balance

L’artista Linda Beatrice D’Arrigo, dopo aver partecipato recentemente a due mostre a Londra, espone alcune sue opere, frutto di un lavoro di grande impegno, in una personale alla Galleria Liguriundici Arte, a Pavia.
L’artista ha selezionato con cura i lavori da mettere in mostra, per raggiungere un obbiettivo espositivo che racconti non solo la sua produzione migliore, ma soprattutto ciò che lei ritiene maggiormente espressivo, della sua opera e della sua poetica.
Il lavoro di Linda si sviluppa negli anni, e scaturisce dalla fascinazione e dall’interpretazione del complesso universo della figura e del volto umano.
Le sue sperimentazioni si diramano in diverse rappresentazioni e sono eseguite sempre con modelli dal vivo, in una ricerca espressiva di grande valore.
I tratti veloci delle opere di Linda esprimono con forza una narrazione impalpabile, una corporeità instabile, la visione di un corpo indefinito nei suoi dettagli, ma brillantemente rappresentato nella sua espressività esistenziale.
Esposizione personale: Linda Beatrice D’Arrigo – Balance
Dove: Galleria Liguriundici Arte in Via dei Liguri 11 e in Corso Cavour 36, Pavia.
Quando: da giovedì 8 Maggio a domenica 25 Maggio
Inaugurazione: giovedì 8 Maggio 2014, ore 18.30.
Orari: dal martedì al sabato 10.00/12.30 – 16.00/19.00. Altri giorni per appuntamento 328.7262468
Informazioni: 348.7280631, claudiocassi@virgilio.it
Ufficio stampa web: Silvia Cicio



Data Inserimento: Sun, May 4, 2014 - 12:08:33

Evento N°: 1983

Nome: Carlo Severati

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Località: ROMA
Atlante di Zoologia degli Animali Incogniti e Rari

Il 7 maggio 2014, presso la Galleria Embrice (Roma, Via delle Sette Chiese, 78) si inaugura la mostra Atlante di Zoologia degli Animali Incogniti e Rari. Disegni di Giorgio Bertolini, a cura di Carlo Severati. La mostra resterà aperta dal 7 al 17 maggio 2014, dalle 18.00 alle 20.00. L’ingresso è libero.

Il ciclo di lavori presenti in questa mostra ha l’immediata capacità di proiettarci in differenti mondi: anzitutto in quello del disegno e delle sue infinite declinazioni dove ogni cosa, avendone le capacità, è permessa, e in molti altri apparentemente assai lontani tra di loro. Nel compiere questa operazione Giorgio Bertolini si serve di tutto ciò che ruota intorno al concetto di citazione, inteso come viaggio metalinguistico attraverso le potenzialità della rappresentazione, della sua storia e di storie parallele o affini a essa. In questi disegni a china su carta a essere evocato è il mondo dell’incisione, per secoli il mezzo che ha consentito la diffusione su larga scala delle immagini attraverso la loro riproduzione in serie: paesaggi, vedute, scene mitologiche o di storia antica, illustrazione di testi e spedizioni scientifiche. Si tratta di un mondo nel quale spesso coesistevano due distinte figure, quella dell’inventore che lavora con la fantasia e la cultura visiva e quella dell’incisore che traspone il disegno, attraverso la sua abilità manuale, sulla lastra. Nel caso di Bertolini le due figure coincidono o meglio potrebbero probabilmente coincidere se non fosse che l’artista prepara il lavoro per l’incisore ma non lo fa realizzare, si appaga del progetto, dell’invenzione da se medesimo dispiegata e organizzata con estrema cura senza passare alla fase calcografica, alla stampa delle tavole. Il motivo è forse da ricercare nel fatto che si tratta, come recita l’elaborato frontespizio, delle tavole di un Atlante di zoologia illustrato, frutto delle scoperte scientifiche di un naturalista che ha molto viaggiato fino ad esplorare terre lontanissime e remote e che ha portato con sé, come spesso accadeva, un artista al seguito per riportare diligentemente sulla carta le sue mirabolanti scoperte. Giorgio Bertolini è appunto l’artista al seguito - questa è l’inventio, l’assunto di partenza dal quale egli muove per la sua trascinante e raffinatissima parata di creazioni e calembour iconografici, bozze di tavole che non verranno mai incise. E naturalmente, come spesso accade, il disegnatore non possiede uno sguardo rigorosamente oggettivo come vorrebbe il committente, e quindi, fatalmente, all’interno delle tavole scientifiche riaffiorano figure e temi emergenti dalla sua storia e dai suoi studi - non citazioni testuali ma immagini prodotte mediante una sorta di insorgenza spontanea, frutto di automatismi della memoria. Tutto ciò accade quindi senza la mediazione di un programma iconografico preordinato ma con la leggerezza di chi ha negli occhi e nella mente, da sempre, le immagini dell’arte che ha amato. Il viaggio grafico diventa così un modo per omaggiare, tra molte righe e in maniera assolutamente autoironica, anche i propri numi tutelari: darwiniani varani alati? Si, ma parenti del drago sfortunato che l’eroe cristiano va puntualmente ad uccidere per salvare la fanciulla indifesa (Paolo Uccello); oppure, tra gli animali che popolano la bottega del pittore, il coniglio sotto la scala e il gatto mammone (Dürer e Lorenzo Lotto nell’Annunciazione di Recanati). Gli elefantini della tavola XXI arrampicati perigliosamente sull’albero evocano la figura del piccolo Annone, donato dal re di Portogallo a Leone X nel 1514 e raffigurato nei disegni di vari artisti (Raffaello, Giulio Romano). Anche nella tavola XVII dove compare il missionario (Matteo Ricci?) davanti alle anatre con tre zampe, il soldato di scorta sembra uscire dal seguito dei Magi dell’Adorazione degli Uffizi (Mantegna). Si tratta di un viaggio che Giorgio Bertolini compie nel mondo incantato delle sue passioni, l’arte ma anche la musica, come nelle due tavole (la III contenuta solo nel libro) dedicate alle travagliate esibizioni del pianista-esecutore che, con fortune alterne, cerca di irretire il serpente–compositore: nella prima di esse non c’è tastiera e lo spartito è quasi vuoto – pezzo tremendamente difficile da suonare o, appunto, da non suonare (Cage). Alla fine è come se Bertolini nel suo viaggio giocasse a depistarci tutti lasciandoci però la possibilità, come per Pollicino, di ritrovare la strada del ritorno attraverso le tracce lasciate dagli infiniti mondi della natura e dell’arte.


Alberto Giuliani


Data Inserimento: Sat, May 3, 2014 - 11:20:09

Evento N°: 1982

Nome: Le Ali di Pandora

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Località: LECCE

Con il Patrocinio del Presidente della Giunta Regionale, Provincia di Lecce; Città di Lecce; Lecce Capitale della Cultura 2019


“LE ALI DI PANDORA”
In collaborazione con “Piscina Comunale - Spaziodarteincopisteria” e “Art and Ars Gallery”

presentano

"ALICE NON SA ... PETER SI"

mostra di arte contemporanea
dal 17 al 31 maggio 2014
Palazzo Vernazza Castromediano - Lecce Italy
Via Palazzo dei Conti di Lecce

L’Associazione “Le Ali di Pandora” di Lecce in collaborazione con “Art and Ars Gallery” di Galatina e “Piscina Comunale. spaziodarteincopisteria” di Milano propongono la mostra Alice non sa… Peter sì, progetto a cura di Katia Olivieri.

La mostra si articola liberamente fra generi e media in un insieme organico che trova la sua più degna realizzazione nello scenario di Palazzo Vernazza Castromediano a Lecce, dal 17 al 31 maggio 2014.

Un interessante incontro fra autori contemporanei che ci riporterà, grazie al gesto artistico, a quell’età che con il tempo si dimentica: l'infanzia. La prospettiva della fiaba romantica è completamente rovesciata: agli artisti la possibilità di raccontare un mondo interiore, tanto personale quanto idealizzato o dis/incantato, perché Alice non sapeva, Peter sì, ma potrebbe esser vero il suo esatto contrario.

La mostra “Alice non sa …Peter sì” si pone come obiettivo di coinvolgere il pubblico: grazie alla presenza di vari linguaggi, dalla fotografia all’installazione alla pittura ai video di artisti emergenti e altri già noti sul panorama nazionale ed internazionale, si proporranno nuovi percorsi per osservare e interpretare la realtà. Ma un'opera d'arte rappresenta anche un'occasione per conoscere il mondo in un'ottica nuova, addirittura di reinventarlo; crediamo che ogni evento culturale abbia come scopo finale arricchire ed educare il pubblico più diverso oltre che interrogarsi sul significato e il senso dell’infanzia e della difficoltà di diventare adulti. Il nostro metodo è accompagnare il visitatore in un'esperienza che stimoli la capacità di stupirsi, l'abitudine a interpretare, la voglia di esprimersi e soprattutto sensibilizzare sulle problematiche dell'infanzia e la necessità di capire l'altro, perché la città accoglie spazi e l’animo d’ogni innocente, che dimentichiamo e spesso si consuma l’abominio e l’eccesso sulla carne pensante del nostro domani. Il futuro è occhi fanciulli.
In questo intento si indirizza la collaborazione tra le realtà organizzatrici e la curatrice, in una sinergia mirata alla tutela e valorizzazione della persona, dei più deboli, attraverso i linguaggi dell'arte con un'attenzione particolare alla legge dell'ONU del 20 novembre 1959 che sancisce Il Diritto del Fanciullo.
Contestualmente sarà allestita una collettiva curata da Adriano Pasquali, che presenta più di cento opere realizzate “in un fazzoletto”, letteralmente s’intende, ovvero create su altrettanti semplici fazzoletti tra i quali spiccano “i fazzoletti” dei detenuti del carcere di Milano. Scrive Luca Rota: “Non solo una mera reinterpretazione fuori dal comune del supporto artistico, ma pure una sorta di metafora del valore di esso e dell’arte stessa, in grado di offrire un certo valore – estetico, tematico, culturale, sociale persino – al fruitore anche quando “relegata” su di un supporto così apparentemente limitato e limitante… Ma, inutile dirlo, quando l’arte è di valore (e di nuovo intendo ciò in senso artistico, appunto, non certo “commerciale”!), qualsiasi pur ridotta quantità non sarà mai proporzionale alla qualità offerta! E in fondo, appunto, nemmeno al mero godimento estetico di essa”.

Espongono: Mirek Antoniewicz, Matilde De Feo, Emilio D'Elia, Michele Giangrande, Laboratorio Saccardi (Vincenzo Profeta, Marco Barone), Maurizio L’Altrella, Adriano Pasquali, René Pascal, Giuseppe Stellato, Paula Sunday, Paola Zampa.
Vernissage sabato 17 maggio 2014 ore 19,30
Ingresso: libero con orario 10,00 - 12,00 e 18,00 - 20,30
Catalogo: in galleria
Testi: di Katia Olivieri
Intervento: di Lorenzo Madaro
Web partner: I MOVE PUGLIA.TV




Data Inserimento: Fri, May 2, 2014 - 18:02:28

Evento N°: 1979

Nome: Daniela Accorsi

SPONSOR

Località: NON SPECIFICATO
AccorsiArte
Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea
è lieta di invitarvi
Sabato 10 Maggio 2014 dalle ore 18.00
all’inaugurazione
Mostra d’Arte Contemporanea dal 10 al 22 Maggio 2014

ROSSO

ARTISTI IN MOSTRA

ALBERTO BARBERIS - DEBORA BERNARDI - CARLO CAMMAROTA - TERESA FIGLIOLA - FILIPPO MANASSERO - MAURA MIRONI - MARCO PONTE-
ROBERTA SIRIGNANO - MARIO SEPE -
ALEJANDRINA SOLARES -
MAURIZIO VELLUTI - MNAURIZIO ZUCCHELLINI -


Durante il vernissage l’artista Bina Lunardi presenterà una Performance Poetica tratta dal suo nuovo libro
“ Echi di un’Anima “
BINA LUNARDI


ARTISTI IN ESPOSIZIONE PERMANENTE

- SALVATORE FIUME - MARIO SCHIFANO -
COLOMBOTTO ROSSO - ITALO GILARDI -
MAXO DELLA ROCCA - CARMELO LIZZIO - SERGIO UNIA -
GIAN GENTA - ANTONELLA AVATANEO -
BESSPIERRE (PIERA BESSONE) - FEO FEO- ANDREA GRUCCIA -
- FRANCESCA PALTERA- MARA CANCELLARA - MASSIMO CIRIO -GIANNI DE SIMONE - NATASCIA GRAZIOLI -
MARIA HALIP - BINA LUNARDI - ENRICO CHALLIER



Per Informazioni
AccorsiArte
Via Fratelli Calandra 9 - Torino
www.accorsiarte.com
Orari di apertuta
Dal martedì al venerdi ore 15.30 - 19.30
Sabato ore 10.30 -13.00 / 15.30 - 19.30









Data Inserimento: Fri, May 2, 2014 - 17:38:01

Evento N°: 1977

Nome: Studio Guastalla

SPONSOR

Località: MILANO
DADAMAINO. VOLUMI 1958-61

La mostra presenta circa 20 Volumi di Dadamaino, realizzati tra il 1958 e il 1961. Con questo termine, che identifica le opere prodotte da Dadamaino a cavallo della fine degli anni Cinquanta e dell’inizio degli anni Sessanta del Novecento (le prime che la fanno conoscere al pubblico, e con le quali passa in modo improvviso dal figurativo alla sperimentazione sul supporto), l’artista chiarisce fin dal nome il suo intento. Che è quello di lavorare sulla tridimensionalità dello spazio fisico, sull'estensione: non tagli o buchi, come nel lavoro che Fontana porta avanti da almeno dieci anni, o superfici, come nell'opera di Castellani, ma figure, quasi sempre ovoidali, ritagliate a mano sulla tela, dai contorni imprecisi, che svuotano la tela fino a rivelarne il telaio, trasformando il quadro in struttura pura, in cui il vuoto ha più spazio della tela. "1. Posizione postinformale e protodadaista, con distruzione critica della tela, 1958-1959" scrive Dadamaino nella note sintetiche di una sinossi con cui si presenta.
"Naturalmente Fontana ha avuto un ruolo determinante nella mia pittura. Se non fosse stato Fontana a perforare la tela, probabilmente non avrei osato farlo neppure io. Sottrarre la materia, al punto da rendere visibili anche parti della tela (del telaio) per eliminare ogni elemento materiale, per privarla d'ogni retorica e ritornare così alla tabula rasa, alla purezza". È l'artista stessa a dichiarare esplicitamente a chi deve il coraggio di rompere con la pittura, che non è solo la figurazione, ma anche il matericismo dell'informale, degli epigoni dell'espressionismo astratto americano, con il suo nucleo di tragicità interiore. È una fuga dalla materialità verso l'immaterialità, la sottrazione, una tabula rasa per ricominciare su nuove basi. "Così sulle tele pulite operai grandi squarci ovoidali, a volte uno solo, grande come tutto il quadro. Dopo questo atto liberatorio rimasi perplessa, sul come proseguire. Il come lo trovai interessandomi al futurismo...I meravigliosi insegnamenti futuristi, chissà perché dimenticati, erano i più vivi e veri che si potessero raccogliere. Pensando a ciò guardai i miei lavori. Dietro i grandi buchi vedevo un muro pieno di luci e ombre che vibravano e si muovevano. Ecco la cosa da cercare e da seguire. L'arte era stata sinora statica, tranne che per pochi pionieri, bisognava farla ridiventare dinamica e con mezzi conseguenti alle più recenti esperienze tecnico scientifiche, stabilito che si può fare dell'arte con qualsiasi mezzo".
E tuttavia, nonostante il debito riconosciuto, i volumi di Dadamaino sono altra cosa dai tagli e dai buchi, non solo nelle dimensioni e nell'estensione, ma anche nell'eliminazione di qualsiasi aspetto pittorico, cromatico, sensibile, scegliendo invece un'assenza di colore, il nero o il bianco, che diventa sottrazione totale, assenza.
La mostra prosegue con opere del '60, l'anno di una prima svolta nel lavoro sui "volumi": non più una o due forme irregolari organizzate sulla tela in modo apparentemente casuale, ma una serie di cerchi precisi, probabilmente ottenuti con uno stampo appoggiato alla tela, ripartiti in modo omogeneo, con rigore formale, geometrico, come a rifiutare qualsiasi casualità, qualsiasi riferimento all'informale.
E subito dopo, sempre nel '60, un anno di svolta, Dadamaino trova nuovi sviluppi alla sua ricerca sulla geometria in un materiale nuovo, la plastica, e in particolare nei "fogli" di rhodoid delle tende da doccia, che sovrappone uno sull'altro a tre o a quattro, montati su un un telaio di carta millimetrata. Sono i volumi a moduli sfasati, in cui i buchi sembrano muoversi, vibrare dinamicamente, animare la trasparenza del foglio. È un movimento ottico interiore, un gioco di illusioni, un battito tachicardico, realizzato con un materiale che rivela potenzialità inedite: "mentre operavo il montaggio, bastava il calore della mano a sfasare la tramatura e a creare una serie di immagini sovrapposte ma sfumate". È la rottura definitiva con il "mondo antico" del pittore.


Inaugurazione 29 maggio 2014 ore 18.00
La mostra prosegue fino al 27 settembre 2014
Catalogo in galleria
Orari martedì-sabato 10-13 15-19
Chiusura estiva dal 2 agosto al 25 agosto


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