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EVENTI E MOSTRE PITTURA - SPAZIO INTERATTIVO

ATTENZIONE
Questo spazio sarà a breve chiuso. Abbiamo tuttavia appena aperto la sezione EVENTI E MOSTRE DI PITTURA su Facebook dove sei invitato a postare il tuo evento.


Data Inserimento: Fri, Oct 9, 2009 - 09:34:23

Evento N°: 252

Nome: Paola Pacchiani

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Località: ROMA
A Palazzo Margutta
Dal 16 al 23 ottobre 2009
“Figurativo, surrealista, iperrealista”
Omaggio all’artista Michelangelo Perghem Gelmi
Roma

La Galleria “Il Mondo dell’Arte” ospita una personale dedicata all’artista trentino Michelangelo Perghem Gelmi (1911-1992), straordinario figurativo, surrealista e iperrealista, ma soprattutto rappresentante di grande talento dell’arte contemporanea.
L’esposizione, in programma a Palazzo Margutta (Via Margutta, 55), propone un’ampia raccolta di olii su tela e su tavola – circa 40 opere – che, realizzati tra il 1972 e il 1989, testimoniano due importanti periodi della feconda vita artistica artista di Michelangelo Perghem Gelmie e offrono uno spaccato importante, ma non esaustivo, della sua vasta e ricca attività pittorica, premiata, tra l’altro, con riconoscimenti significativi sia in Italia sia in Europa (Roma, Marsiglia, Parigi, Londra, Bamberg, Cracovia). Alla prestigiosa galleria romana saranno, infatti, presentate opere che si riferiscono al periodo “surrealista” ed altre frutto di quello “iperrealista e dei grandi viaggi”. Le prime sono rappresentative degli anni dal 1973 al 1981 circa e vedono trasposte sul piano di una tagliente ironia vizi e costumi del mondo che lo circonda; mentre le seconde si riferiscono agli anni dal 1984 al 1989 in cui Perghem - curioso com’era di conoscere il mondo le antiche civiltà e le diverse culture - fece tre importanti viaggi: in Messico nel 1983, in Cina nel 1985 e in Perù e Bolivia nel 1989. Alcuni dei lavori, infine, tornano a Via Margutta, dopo un’altra importante personale: quella allo “Studio Hermes” del novembre del 1974.
L’esposizione è anche l’occasione per conoscere ulteriormente un artista che ha mosso i primi passi nell’arte durante il periodo trascorso nei campi di prigionia nei quali si ritrovò dopo l’8 di settembre del 1943, come testimoniano i suoi disegni attualmente presenti alla Casa della Memoria nella mostra “Da Cannes a Tarnopol”.


Dove: Palazzo Margutta via Margutta, 55 Roma
Ingresso: gratuito
Commenti: di Francesco Piero Baggini



Data Inserimento: Wed, Oct 7, 2009 - 15:55:25

Evento N°: 251

Nome: Fabio Rocca

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Località: NAPOLI
FABIO ROCCA



Napoli

Due personali di Fabio Rocca in contemporanea a Napoli: lunedì 5 ottobre alle 17 si è inaugurata la prima alla Biblioteca comunale “B. Croce” in via De Mura 2bis al Vomero (dal lunedì al venerdì dalle 09,00 alle 19,00).
Giovedì 8 ottobre alle 17 nella sede dell'ANPI (porticato di fronte al Museo Nazionale n.9 II piano) si apre la seconda con altri dipinti, di grandi dimensioni che vanno dagli anni ’80 ad oggi (dal lunedì al venerdì dalle 16,00 alle 19,00).
Entrambe le mostre, che rimarranno aperte fino al 16 ottobre, si inseriscono tra le iniziative dell’ANPI per l’anniversario delle Quattro Giornate di Napoli.




Data Inserimento: Tue, Oct 6, 2009 - 11:19:02

Evento N°: 248

Nome: Soqquadro

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Località: BOLOGNA
STERMINATOR VESEVO
Giovanni Mangiacapra
Dal 10 al 24 Ottobre 2009
Bologna

La rappresentazione del Vesuvio è un elemento costante nella storia dell’arte napoletana, a testimonianza del rapporto ambiguo e conflittuale che il popolo partenopeo, da sempre, ha istituito con “’a muntagna bella”. Già nel VI secolo dopo Cristo, in un celebre affresco delle catacombe di San Gennaro, compare il santo patrono tra le cime del Vesuvio e del Monte Somma, resi finalmente innocui dal suo prodigioso intervento. Più tardi, in ambito mitologico, il Vesuvio compare nella rinascimentale “funtana d’e zizze”, sormontato dalla sirena Partenope che versa l’acqua dai propri seni generosi e procaci. La sirena nasce dal cratere come Venere dalla conchiglia, esplicitando una percezione del vulcano come ventre gravido, capace di generare e dispensare la vita grazie alle proprietà fertilizzanti dei depositi piroclastici. Dopo l’eruzione del 1631, invece, pittori come Pacecco de Rosa e Jusepe de Ribera rappresentano il Vesuvio ancora fumante, testimone dell’ira divina placata dalla benevola intercessione di San Gennaro. I pittori sottolineano, nel clima di moralistica repressione esercitata dalla Controriforma cattolica, la presunta condotta peccaminosa dei napoletani, ai quali si vuole attribuire la responsabilità dell’eruzione per incrementare le donazioni ed incentivare l’ubbidienza alla chiesa. Sarà l’illuminismo settecentesco ad affrancare l’immagine del Vesuvio dall’ideologia del peccato e della vendetta divina, innalzandolo ad oggetto di studio e di entusiastica ammirazione nelle vedute di Philipp Hackert, Alessandro D’Anna, Saverio Della Gatta, Camillo De Vito. Essi rappresentano le eruzioni vesuviane, specie quella che cancellò Torre del Greco nel 1794, come un sublime spettacolo della natura, escludendo dalla scena le funeree immagini di morte e devastazione. Una nuova iconografia del vulcano, metafora della straripante ed esplosiva vitalità del popolo partenopeo, è inaugurata da Andy Warhol con la serie Vesuvius, ove la violenza eruttiva non è più veicolo di morte, ma eccitata rappresentazione dell’energia e degli umori del popolo napoletano.
A questa concezione si lega la produzione informale di Giovanni Mangiacapra, che proietta i suoi umori, le sue angosce, le sue emozioni nell’incandescenza dei lapilli, nel magma fluido e rovente, nei solchi e nelle crepe prodotti dalla fuoriuscita del gas. Il rosso vivo del magma, associato al colore del sangue, assurge ad elemento fondante di un universo simbolico, che vede nel magma/sangue un principio generatore, proprio nella misura in cui è connesso alla morte, poiché come osserva Gibran, per arrivare all’alba non c’è altra via che la notte.


Inaugurazione: ore 18,00 di sabato 10 ottobre
Orari: dal martedì al sabato 16,00 - 19,30
Luogo: Galleria GNACCARINI ARTE CONTEMPORANEA - via Dagnini, 12/2 Bologna
Testi e cura di: Marco Di Mauro



Data Inserimento: Mon, Oct 5, 2009 - 13:23:33

Evento N°: 247

Nome: Renata

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Località: BERGAMO
LONGARETTI
"LA METAFISICA DELLE COSE"
Dal 3 al 30 Ottobre 2009
Bergamo

Il Credito Bergamasco apre le sue porte per una visita gratuita alla mostra antologica "La metafisica delle cose", straordinaria occasione per ammirare quaranta "nature morte" di Trento Longaretti sulla base di un percorso cronologico (1932-2008) che consente di cogliere l'evoluzione tecnica e stilistica del grande Maestro.
La mostra sarà visitabile presso il Palazzo del Credito Bergamasco a Bergamo, Largo Porta Nuova 2, dal 3 al 30 ottobre 2009.
Orari: da lunedì a venerdì 8,20-13,20 e 14,45-15,45
Sabato 3 e 10 ottobre - domenica 4 e 11 ottobre 2009 dalle 10,00 alle 19,00 con orario continuato.
Sono previste visite guidate con inizio nei seguenti orari: 10,30-11,30-14,00-15,00-16,00-17,00-18,00
Ingresso libero.
Tel. 035 393.006/214/431





Data Inserimento: Sat, Oct 3, 2009 - 19:09:03

Evento N°: 245

Nome: Vittorio Zanini

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Località: PARMA
LODOLA
"Opere dal 1980 al 2009"
Galleria Centro Steccata
Parma

La mostra antologica è composta da una trentina di opere e guida il visitatore attraverso l’evoluzione artistica e “tecnica” di Lodola dalle tele dei primi anni ‘80 sino agli ultimi lavori. Caratteristici sono per il loro impatto fluorescente e colorato le scultue luminose in perspex che cercano di coinvolgere l’osservatore guidandolo verso un mondo fantastico fortemente evocativo degli anni sessanta e settanta, più conosciuti, ma carichi di energica vitalità sono gli smalti su perspex dei primi anni novanta, mentre molto romantiche appaiono le sagome su carta (dime applicate su yuta) e gli smalti su tela.

Marco Lodola nasce a Dorno, Pavia, nel 1955; dopo aver frequentato l’Accademia di Belle Arti a Firenze e Milano, all’inizio degli anni ‘80 fonda, insieme ad altri artisti (Abate, Brevi, Innocente, Plumcake, Postal, etc), il movimento del Nuovo Futurismo, tenuto a battesimo dal critico Renato Barilli. Lodola fin dai primi lavori si distingue per la capacità di mescolare l’arte con altre discipline: letteratura, musica, cinema, design. Dopo un classico percorso accademico, si avvicina all’uso di materiali plastici che sagoma e colora usando smalti acrilici; più tardi la sua ricerca lo porta a cercare di inserire fisicamente la luce nei suoi lavori, nascono così le sculture luminose.
Negli ultimi anni ritorna anche la pittura ad olio, riportando su tela le proprie sculture, spesso a dimensione naturale; il tema più frequente e che contraddistingue il suo stile nel corso degli anni è quello della danza e delle ballerine, che spesso fissano frames dei musicals del passato.
Le sue opere sono oggi presenti in tutto il mondo, ed ha realizzato diverse scenografie per film, trasmissioni televisive, concerti ed eventi di vario genere, dalla moda al teatro, dalle Olimpiadi Invernali di Torino 2006 alla facciata dell'Ariston per il Festival di Sanremo 2008.
Lodola ha lanciato la sua sfida: portare l’arte a tutti anche attraverso una sorta di “cosmesi urbana”, in cui le opere dell’artista dialogano con la città e le persone, entrando concretamente nel quotidiano. Gli ammiccamenti seduttivi di prosperose pin-up in pose provocanti, le leggerezza delle ballerine, i fisici possenti di culturisti immaginari, sono opere che decorano e reinventano il nostro quotidiano annullando la distanza fra l’arte e la sua applicazione, figure retrò sospese tra il culto di uno spettacolo d’altri tempi ed il mondo pop.
L’universo ludico di Lodola, fatto di luci, sculture luminose e popolato da figure senza volto (ballerini, sportivi, musicisti, etc) ritagliate da un immaginario pop e fumettistico e riecheggia lo stile ed il linguaggio di artisti come Fortunato Depero, che per primo mescola pittura e pubblicità, scultura e design. Una vocazione anti-intellettualistica, quella di Lodola, che si rivolge allo stesso pubblico del cinema, della televisione, della pubblicità e della musica ricercando la contaminazione con forme artistiche diverse. Con la musica, in particolare, Marco Lodola ha un legame speciale, per lui è sempre stato un grande amore che lo ha portato a collaborare con molti musicisti tra i quali i Timoria, Max Pezzali, Jovanotti, Arbore e Andy dei Bluvertigo. L’artista è stato scelto da Luca Beatrice e Beatrice Buscaroli per rappresentare l’eccellenza dell’arte italiana alla 53° Biennale di Venezia, dal 7 giugno al 22 novembre 2009 al Padiglione Italia, ed è l’ultima tappa di un percorso che ha visto i lavori di Lodola esposti nelle più grandi città del mondo tra cui Pechino, Miami, New York, Città del Messico, Rio De Janeiro, Barcellona e Parigi. Con il suo tipico approccio ironico all’arte e alla vita Lodola continua a dichiararsi un falso artista, un artista tamarro, e di se stesso dice: “Sono un elettricista. Io ho una visione proletaria dell’arte. Mi sento realizzato solo quando manipolo i materiali e attacco fili elettrici che, come per incanto, accendono le mie sculture”.


L’artista sarà presente all’inaugurazione.
Luogo: Galleria Centro Steccata - Via Garibaldi, 23 - Parma
Orari: da LU a SA 10,30 - 13,00 e 15,30 - 19,30


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