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EVENTI E MOSTRE PITTURA - SPAZIO INTERATTIVO

ATTENZIONE
Questo spazio sarà a breve chiuso. Abbiamo tuttavia appena aperto la sezione EVENTI E MOSTRE DI PITTURA su Facebook dove sei invitato a postare il tuo evento.


Data Inserimento: Thu, May 26, 2011 - 18:24:55

Evento N°: 1072

Nome: Françoise Calcagno

SPONSOR

Località: VENEZIA
Françoise Calcagno Art Studio Venezia
Opening domenica 29 maggio ore 18.00
Campo del Ghetto Nuovo 2918, Venezia
Dal 29 maggio al 18 giugno 2011
Orari: da lunedì a venerdì dalle 15.00 alle 19.00

Domenica 29 maggio si inaugurerà negli spazi del Françoise Calcagno Art Studio, la mostra
“Traiettorie Invisibili”, l'ottava mostra del ciclo “Dialogo in corso”, delle pittrici Michela
Buttignon e Françoise Calcagno.
Michela Buttignon propone le opere-sculture "Haiku Box". L'artista racchiude in piccoli scrigni
dettagli che riemergono filtrati dalla luce, che trasforma colori e forme. Sono filtri i vetri dorati,
le pellicole sottili e fragili di carta, sono labirinti i fili sospesi. La luce, al mutare delle sue
condizioni, plasma l’opera.
Gli "Haiku Box" non racchiudono, non separano, non definiscono un dentro e un fuori. Sono
aperti. Lo sguardo li attraversa. Uno sguardo trasparente sulle cose del mondo, che si
vorrebbero leggére. Foglie pendule di argento e oro, garze bianchissime sospese nel vuoto, un
po’ di sabbia che si fissa sul vetro perchè neanche la luce sia pesante. Pulviscolo in uno scorcio
di sole nella stanza in penombra, "smeriglio di vetro calpestato"..
L'artista prova a guardare il mondo con queste lenti. Lenti selettive, che tolgono peso alla fitta
rete di costrizioni che avvolgono ogni esistenza e che rendono la realtà così pesante. Ma non è
forse per sottrazione che si raggiunge la poesia?
Michela Buttignon nasce a Belluno, dove vive e lavora fino al 2005. Per vent’anni si occupa di
restauro acquisendo conoscenze di tecniche artistiche antiche; nei vent’anni bellunesi si dedica
anche al teatro, come attrice, scenografa, costumista e regista. Frequenta la scuola di disegno
“Disegnare il nudo” condotta da Roberto Totaro e corsi di intaglio di maschere lignee tenuti
dall’artista Gianni Pezzei. Dal 2006 vive a Brescia, dove in un piccolo studio si dedica alla
pittura e alla scultura.
Nelle opere di Françoise Calcagno, rigorosamente bianche in questa nuova esposizione, il vuoto
intorno alle fotografie è in realtà pieno di segni, che rappresentano traiettorie invisibili,
relazioni, strutture: da un lato questi segni sono la sua impronta, il suo appropriarsi dello
spazio del supporto, dall’altro i segni rappresentano l’invisibile, i rapporti tra le cose, i legami e
le distanze, la struttura che sostiene. L'artista lascia emergere, in trasparenza, brandelli di
esistenza (foto sbiadite dagli anni, appunti di grafia incerta), nei suoi lavori coesistono forma e
forza come trama e ordito, e la forma non è costrizione, ma continuo autoritratto dello sguardo
(che è acqua in cui specchiarsi)... Lasciare traccia, ecco una costante, quasi per non smarrire
la via: pittura-bussola, tenera e caparbia, l’opera commuove per vibrazione e consonanza, per
attribuzione di destini, per déjavu... Alcune opere hanno persino una valenza olfattiva, che non
è quella dei materiali puri e semplici. Assomiglia, piuttosto, al profumo di una grande casa di
terra, con larghe finestre a far entrare la luce e l’odore dei giorni


Data Inserimento: Thu, May 26, 2011 - 13:47:53

Evento N°: 1070

Nome: Soqquadro

SPONSOR

Località: ROMA
Sabato 28 Maggio 2011 si inaugura alle ore 18.30 presso lo spazio Vista Arte e Comunicazione, in Via Ostilia 41 (zona Colosseo) a Roma, la mostra Colori, Materie, Segni degli artisti Marco Baj, Debora Bottaro, Maria Carla Mancinelli, Anna Pichierri, Corrado Pizzi, Francesco Rosicarelli, Matteo Rosicarelli, Matteo Ruffo, Scegle e Ornella Stabile. La mostra è centrata sull’esplorazione dell’utilizzo dei principali strumenti del lavoro artistico.

Soqquadro & Vista

Presentano
Colori, Materie, Segni

Mostra collettiva

DURATA: 28 Maggio - 10 Giugno 2011
INAUGURAZIONE: sabato 28 Maggio ore 18.30
ORARI: dal lunedì al venerdì 14.00-19.30 sabato 17.00-19.30
LUOGO: VISTA Arte e Comunicazione, Via Ostilia 41, Roma (zona Colosseo)
CURATRICE: Marina Zatta
COLLABORAZIONI: Gloria Ceschin, Yasmin Mohamed Samir, Alessandra Parrella, Mara Valente
INFO: tel. 06.45449756, cell. 333.7330045, 349.6309004
info@vistatv.it soqquadro@interfree.it
www.soqquadro.eu

“Vista” è un centro dedicato all’arte e alla comunicazione che nasce dall’esperienza di alcuni giornalisti da sempre impegnati nell’organizzazione di eventi d’arte e cultura. Una project gallery che si rivolge ai giovani talenti esordienti, ma accoglie anche esperienze confermate all’ombra della splendida cornice del Colosseo. In questo luogo Soqquadro espone la collettiva Colori, Materie, Segni, un progetto di Marina Zatta centrato sull’uso del colore, della materia pittorica e del segno grafico a 360 gradi.

Nell’esposizione sono presenti artisti che lavorano su diversi stilemi artistici, dal figurativo alla pop art, dall’informale all’astratto, molte delle principali correnti culturali dell’arte sono rappresentate in questa esposizione. Nei secoli, qualsiasi sia stato il soggetto e lo stile della narrazione pittorica, alcuni elementi sono sempre stati la strumentazione utilizzata dagli artisti per ideare un’opera d’arte. L’uso del Colore, evidenziato dalla luce, la scelta della Materia sia essa impalpabile o densa, e il Segno in tutte le sue varianti, sono più del pennello e della tavolozza gli arnesi di composizione dell’opera. Con questa mostra Soqquadro vuole lasciare spazio espressivo agli artisti per esplorare un più ampio spettro di ricerche artistiche sia sul piano dell’ideazione che su quello della realizzazione del lavoro d’arte.


Data Inserimento: Thu, May 26, 2011 - 11:03:49

Evento N°: 1069

Nome: LIPFORD TOGACI

SPONSOR

Località: ROMA
“The Black Line”- mostra personale di Silvia Faieta-

3 giugno 2011 al25 giugno 2011.
vernissage 19.30, alla galleria d'arte " Come Se
di via dei Bruzi 4/6 nel quartiere di San Lorenzo a Roma.

performance di body art “Labirinti dell'anima” di e con Nausicaa Martino accompagnata dalle musiche di “I,Eternal”, dove il corpo diventa metafora di dolore e significato di vita.


Spirali, sfere, geometrie, simboli, condensazioni, epicentri. Bianco e nero. Infinito e finito. Questo è quello che la disegnatrice Silvia Faieta ci spinge a osservare con la sua “biro su carta”, ricreando un emisfero di mondo che più ci appartiene, ricreando una lontananza come un segno da toccare.

Silvia Faieta propone nuovi lavori che si aggiungono agli altri suoi disegni che l'hanno fatta notare al pubblico e alla critica. La ricerca e la provocazione è una costante di similitudine nell'arte che viene presentata, una forma di quantità e qualità, evidenziata con linee nere, rotondità e schemi di assoluta riservatezza, all'interno del cosmo. I colori si mostrano solamente in bianco e nero, tutto rappresentato con perfetta maestrìa e sostanza. Il nero come scenografia di impressioni, il bianco come chiarezza alle perplessità. Silvia Faieta rappresenta un'espressione artistica inedita e personale, una sintesi di ideologie simboliste e universali.

L'arte contemporanea, dunque, diventa un ignoto da scoprire attraverso costanti bianco e nero e linee, simmetrie e figure in cerca di definizione. Il linguaggio dell'anima si mostra consapevole di attenzione e meditazione e nelle opere di questa mostra, l'osservatore è partecipe di questa particolare definizione dell' Essere. Ogni quadro decifra un significato che, in fusione con gli altri, costituiscono il Regno di quel respiro tanto desiderato. Attraverso tutto, si nota un'attraente identità nascosta, che viene a galla con quella difficoltà che a volte risulta semplice da intuire.

Un'opera di Silvia Faieta è una prestigiosa poesia in forma di sensi, in cui lo sguardo si fa critico e diverso ad ogni visione. Percepire emozioni e sensazioni è una voluta partecipazione al capirsi dentro e fuori.


Data Inserimento: Wed, May 25, 2011 - 20:06:49

Evento N°: 1068

Nome: Silvia Cicio

SPONSOR

Località: ROMA
Sabato 28 Maggio 2011 si inaugura alle ore 18.30 presso lo spazio Vista Arte e Comunicazione, in Via Ostilia 41 (zona Colosseo) a Roma, la mostra Colori, Materie, Segni degli artisti Marco Baj, Debora Bottaro, Maria Carla Mancinelli, Anna Pichierri, Corrado Pizzi, Francesco Rosicarelli, Matteo Rosicarelli, Matteo Ruffo, Scegle e Ornella Stabile. La mostra è centrata sull’esplorazione dell’utilizzo dei principali strumenti del lavoro artistico.

Soqquadro & Vista

Presentano
Colori, Materie, Segni

Mostra collettiva

DURATA: 28 Maggio - 10 Giugno 2011
INAUGURAZIONE: sabato 28 Maggio ore 18.30
ORARI: dal lunedì al venerdì 14.00-19.30 sabato 17.00-19.30
LUOGO: VISTA Arte e Comunicazione, Via Ostilia 41, Roma (zona Colosseo)
CURATRICE: Marina Zatta
COLLABORAZIONI: Gloria Ceschin, Yasmin Mohamed Samir, Alessandra Parrella, Mara Valente
INFO: tel. 06.45449756, cell. 333.7330045, 349.6309004
info@vistatv.it soqquadro@interfree.it
www.soqquadro.eu

“Vista” è un centro dedicato all’arte e alla comunicazione che nasce dall’esperienza di alcuni giornalisti da sempre impegnati nell’organizzazione di eventi d’arte e cultura. Una project gallery che si rivolge ai giovani talenti esordienti, ma accoglie anche esperienze confermate all’ombra della splendida cornice del Colosseo. In questo luogo Soqquadro espone la collettiva Colori, Materie, Segni, un progetto di Marina Zatta centrato sull’uso del colore, della materia pittorica e del segno grafico a 360 gradi.

Nell’esposizione sono presenti artisti che lavorano su diversi stilemi artistici, dal figurativo alla pop art, dall’informale all’astratto, molte delle principali correnti culturali dell’arte sono rappresentate in questa esposizione. Nei secoli, qualsiasi sia stato il soggetto e lo stile della narrazione pittorica, alcuni elementi sono sempre stati la strumentazione utilizzata dagli artisti per ideare un’opera d’arte. L’uso del Colore, evidenziato dalla luce, la scelta della Materia sia essa impalpabile o densa, e il Segno in tutte le sue varianti, sono più del pennello e della tavolozza gli arnesi di composizione dell’opera. Con questa mostra Soqquadro vuole lasciare spazio espressivo agli artisti per esplorare un più ampio spettro di ricerche artistiche sia sul piano dell’ideazione che su quello della realizzazione del lavoro d’arte.




Marco Baj con le sue opere ci racconta la lotta tra la natura e il grigio del cemento. La Città domina sulla Natura, come un meccanismo ben oliato; elimina il proprio creatore perdendo la sua vera funzione per trovarne una nuova: vivere. Come un qualsiasi essere prende coscienza di se stessa per progredirsi ancora e ancora. Ogni Città ha dei nuovi inquilini: i Palazzi (strutture verticali di vetro, acciaio e cemento). Questi servono fedelmente la Città come dei soldati. Il loro scopo è assumere nuove posizioni conquistando gli spazi verdi e aggiudicandosi nuovi piani.

L’opera di Debora Bottaro appartiene ad un ciclo che simboleggia la pazienza e i suoi livelli. La qualità di chi sopporta serenamente avversità, molestie, indugi e quant’altro viene rappresentata dalla corda presente sull’opera. In quest’opera i pezzi di corda, dal più corto al più lungo, simboleggiano i gradi della pazienza.

I colori di Anna Maria Piccheri si accordano e si scontrano in uno spazio organizzato che diventa "campo di battaglia", atto alla verifica, aperto alle possibilità. Essi si mostrano come regolati da leggi compositive che ne determinano posizione, andamento direzionale, quantità, contrasti. La tela, ove riversare i tentativi di esperienza, diventa - attraverso combinazioni, stesure, accostamenti tonali - terreno d'invenzione; indicando altro ed altrove. Attraverso il gioco del colore con i suoi ritmi e rimandi, l'artista, nel rapporto di esplorazione e di scavo si fa “insidioso, insoddisfatto...”

Le “Città Invisibili” di Maria Carla Mancinelli, nel loro essere un omaggio a Italo Calvino, rappresentano paesaggi immaginari e dell’immaginario, che svelano nuove dimensioni, oniriche ed evanescenti, fatte di sovrapposizioni, nuovi piani, nuove profondità. Architetture galleggianti, leggere e fantasmatiche, che rivelano l’incertezza del presente, annegando nelle nebbie di un tempo in sospensione.

Per Corrado Pizzi bisogna intuire l'eccezionale e ricercarlo. Per lui il punto focale è lo studio e la sperimentazione di materiali sempre più ricercati, quasi a voler rendere l'opera un manufatto unico e inedito, perfezionando ogni particolare con pietre dai riflessi magici.

Matteo e Francesco Rosicarelli amano utilizzare materiali di recupero (industriali, edilizi, domestici) per realizzare le loro opere. La loro poetica mira a scovare in questi materiali da discarica una nuova vita, a dare loro una seconda chance, magari migliore della precedente. E’ il caso magari di un residuo di un profilato di alluminio, che alla nascita ambiva a diventare una finestra, e che per qualche millimetro si trova ad essere fuori da questa finestra, ad essere scartato. Una volta relitto sorge di nuovo come un opera che andra ad abbellire un ambiente!

Dopo alcuni anni passati come illustratore Matteo Ruffo ha deciso di dedicarsi alla pittura. Dipingere è per lui un esercizio faticoso che richiede costanza e disciplina... nulla di idilliaco o romantico.
Un'immagine a suo giudizio funziona quando riesce a rappresentare una "realtà", e quest'ultima deve essere in grado di vivere autonomamente, anche fuori da riferimenti figurativi, solo grazie alla sua forza.

Il dipinto di Scegle fa parte di una serie in cui rappresenta i quattro elementi (fuoco, aria, terra, acqua); qui si rappresenta la terra in quanto tale, pura e semplice. La terra che sta sotto di noi, che calpestiamo, stratificata e ricolma di tesori, di sorgenti, di animali, cunicoli, rocce e radici. Terra come luogo di sepoltura, ma anche madre e generatrice di vita, antica e giovane allo stesso tempo, manifesto di un continuo rinnovamento vitale. E’ anche a questo “riciclo di vita” che ha voluto accennare, con l’impiego di vari materiali di recupero, che rendono l’opera estremamente materica.

Per Ornella Stabile la pittura è ricerca; nelle variabili di scelte possibili sta il linguaggio imperscrutabile della visione poetica. Il soggetto non è niente, è solo il supporto sul quale la visione si propone determinati obiettivi, è come il titolo, nient’altro che un vuoto contenitore, ma la sostanza, il vero tema dell’opera è la pittura, la materia pittorica. L’opera si lascia affascinare dal soggetto solo al fine di mostrare una materia pitttorica che non sottolinea la forma, ma la rende evocazione di se stessa, metafora vibrante di ciò che vediamo.










Data Inserimento: Wed, May 25, 2011 - 18:37:47

Evento N°: 1067

Nome: domenica petrafesa

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Località: BARI
GALLERY ART VILLAGE
COMUNICATO STAMPA

SCULTURE DI LUCE
PER UNA FIRENZE IMMAGINARIA

mostra delle opere di
GIOVANNI LORUSSO
dal 1 Giugno 2011 al 30 Luglio 2011
“Sculture di luce per una Firenze immaginaria”: questo è il titolo della mostra che l’artista-architetto Giovanni Lorusso presenta presso Gallery Art Village a Gravina in Puglia e interamente visitabile on line sul sito:
www. galleryartvillage.com
Una sperimentazione artistica iniziata nei primi anni Ottanta in cui l’artista omaggiava la città di Firenze utilizzando il media fotografico attraverso la fusione e la sovrapposizione di immagini e di fasci di luce nel buio della sua camera oscura precorrendo ed anticipando così, gli utilizzi degli attuali strumenti tecnologici e digitali.

Le sue opere fotografiche sono assolutamente uniche e irripetibili nel loro genere poiché di esse non esiste alcun negativo e rappresentano quasi una sorta di provocazione alla capacità di ben ricordare e di fissare la memoria dei luoghi da parte dello spettatore il quale inevitabilmente rimane stordito come in un risveglio tanto da non riuscire più a comprendere se si tratta di finzione o di realtà. Ed è proprio intorno al rapporto tra verità e menzogna è giocata la ricerca artistica di Giovanni Lorusso nonché al tema della memoria, dei ricordi e dei vissuti esperienziali che si intrecciano e si avvicendano in un impetuoso turbinio di emozioni e di memorie di emozioni. Così come avviene nel sogno in cui si fondono immagini reali ad altre fantastiche, elementi simbolici di città sono accostati ad immagini consuete recuperate da un vissuto quotidiano giungendo, così, alla composizione di una nuova visione certamente falsa e menzognera ma forse più vera poiché più vicina al ricordo che abbiamo di essa.
L’opera è così definita dall’artista scultura di luce in quanto rappresenta tecnicamente l’esito di un gioco di fasci di luce che, come in una scultura prendono forma e fluiscono nel buio della camera oscura e rimosse - come i ricordi a cui rimandano – attraverso l’abrasione di alcune parti e di messa a nudo di altre vivificate da sapienti virate di colore.
Giovanni Lorusso nato a Gravina in Puglia (Ba) nel 1960, artista-architetto, sin da giovanissimo è impegnato nella ricerca artistica utilizzando vari media quali: scultura, pittura, fotografia, arti grafiche e digitali. Vive e lavora tra Milano e il suo paese d’origine e la sua attività artistica risente delle influenze e contaminazioni dell’attività professionale che lo porta a viaggiare tra l’Europa e i Paesi Orientali. Le opere di Giovanni Lorusso si trovano in collezioni private in Italia e all’estero dove ha partecipato a numerose mostre personali e collettive di pittura, scultura e fotografia riscuotendo i favori della critica.
Le sue opere sono il frutto di ripetute situazioni di tensione, di incertezze e di crisi che portano all’emergenza di sempre nuove creazioni, nuovi “ordini” ogni volta più evoluti e che alludono ai fenomeni fisici e biologici dell’”emergenza” delle novità, che ritroviamo nella teoria della complessità e del caos. La trasformazione continua e ripetuta del segno e del disegno è, dunque, la cifra della sua sperimentazione artistica che dà il senso della intensità emotiva insita nel suo processo creativo.
L’esperienza maturata nel campo architettonico, poi, ha notevolmente caricato di contenuti questa sua costante ricerca: volumi che si intersecano, si sovrappongono, si accavallano, frammenti di architetture che si sedimentano e si snodano per divenire “altro”.

La mostra è curata da Domenica Petrafesa

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