Home Annunci Arte Biografie Artisti Pittura e artisti pittori in mostra CommentArte Recensioni d'Arte Calendario d'Arte - CalendArte |
ATTENZIONE |
Data Inserimento: Sun, May 6, 2018 - 21:13:31 |
Evento N°: 2557 |
|
Nome: Giorgio Barassi |
| |
Località: FOGGIA |
||
Galleria ESS&ERRE Lungomare Duca degli Abruzzi c/o Porto Turistico di Roma locale 876 00121 Roma tel 329.4681684 CalifArte Si inaugura il prossimo 19 maggio alla galleria Ess&Erre la mostra CalifArte, dedicata alla figura di Franco Califano, cantautore e poeta. L’ideatore dell’evento è Giorgio Barassi, consulente d’arte,presentatore ed orgnizzatore di eventi d'arte. nel numero di 16, pittori di diversa estrazione, espressione e impegno artistico, uniti dall’ intento di dipingere delle opere ad hoc sulla traccia dei testi di alcune canzoni scritte da Califano, espongono le loro opere nella galleria sul Porto. Due dipinti per ciascun artista, che saranno esposti per una settimana ma rimarranno a disposizione della galleria e dei visitatori e collezionisti durante il periodo estivo, ricco di eventi d’arte organizzarti dal manager Roberto Sparaci. CalifArte è una prova di vicinanza tra le Arti, quella della scrittura per la musica e quella della pittura, che vede impegnati artisti del calibro di Lodola, Dall’Olio, Gallingani, Sansavini, Montuschi, Greco ed altri nell’ impegno di interpretare con l’ arte del dipingere i successi più noti e le canzoni meno conosciute del Califfo, cioè l’ autore di “Minuetto”, “La musica è finita”, “E la chiamano estate”, “Tutto il resto è noia” e molti altri lavori rimasti indelebili nel ricordo dei fans e non solo. Califano, scomparso nel 2013, ha lasciato un patrimonio di scrittura abbondante e ricco di sfumature che variano dal tema preponderante dell’ amore e delle sue più diverse sfaccettature, a temi sociali scottanti. Il suo impegno e la sua schiettezza espressiva, pagata sempre sulla propria pelle, ha fatto di Califano un autore atipico ma estremamente sensibile, romantico e malinconico. Tutti dati che bene si incrociano con i principi della creatività nella pittura, laddove il contesto circostante ha determinato sempre le scelte creative dei grandi artisti. E per quanto ogni pittore si esprima con la propria arte, l’universalità del tema affrontato è la base da cui si dipana l’operazione artistica. CalifArte ha come obiettivo quello di girare per l’Italia, magari sulle piste dei luoghi amati da Califano, tra i quali va messo al primo posto, a pieno titolo, la sua Roma. L’ iniziativa è vista con favore dalla Fondazione Califano Trust Onlus, attiva subito dopo la scomparsa del califfo nel 2013. Alcuni rappresentanti della Fondazione e il nutrito stuolo di fans del Maestro assicurano la loro presenza. Si inizia alle 17.00 con la presentazione delle opere, per rimanere in riva al bel porto fin oltre il tramonto, con l’intervento musicale del gruppo “ Grazie Califfo!” e la presenza di alcuni dei pittori partecipanti all’iniziativa. Da Roma e dal suo antico sbocco sul mare parte l’ avventura nazionale di CalifArte, che Sparaci e il direttore artistico Sabrina Tomei, insieme a Barassi intendono far viaggiare come in una tournée che porti la bella pittura italiana e gli echi della musica e delle parole di Califano a dare una ventata di aria rinnovata nel complesso panorama dell’ arte contemporanea. 19 maggio 2018 dalle ore 17.00, Porto Turistico di Roma. Catalogo in galleria ( testi di G.Barassi, S.Tomei, R.Sparaci ) Acca Edizioni Roma. |
Data Inserimento: Thu, Apr 19, 2018 - 13:46:03 |
Evento N°: 2556 |
|
Nome: Isaco Praxolu |
| |
Località: NAPOLI |
||
THOMAS LANGE | MUTSUO HIRANO Spital a cura di Davide Sarchioni e Massimo Tartaglione 21 Aprile - 21 maggio 2018 SMMAVE Centro per l'Arte Contemporanea Santa Maria della Misericordia ai Vergini Via Fuori Porta S. Gennaro 15 - Napoli Inaugurazione sabato 21 aprile, ore 18.30 _______________________________________________________________ SMMAVE Centro per l'Arte Contemporanea presenta Spital, il doppio progetto di Thomas Lange e Mutsuo Hirano dedicato rispettivamente agli spazi della Chiesa di Santa Maria della Misericordia ai Vergini e ai sottostanti ambienti ipogei, con la cura di Davide Sarchioni e Massimo Tartaglione. Da diversi anni Thomas Lange (Berlino, 1957) e Mutsuo Hirano (Hyogo, 1952) collaborano a progetti di ripristino e di allestimento di importanti architetture come chiese, scuole e abitazioni private attraverso interventi dal forte impatto estetico ed emotivo, condividendo una personalissima idea di spazio fisico e culturale in cui elementi architettonici, pittorici e plastici risultano indissolubilmente legati tra loro. Spital, termine tedesco traducibile con ospedale, evidenzia l'intenzione dei due artisti di riflettere sulla storia del luogo, quando già nel XVI secolo i locali del complesso di Santa Maria della Misericordia ai Vergini furono destinati ad ospedale per accogliere sacerdoti, poveri e pellegrini o quando gli ambienti sotterranei dell'antica chiesa vennero utilizzati per la sepoltura con funzione di “terrasanta”. A partire da tale riflessione, Lange e Hirano hanno realizzato due installazioni distinte come parte di un unico e complesso itinerario visivo e spirituale, articolato intorno ai concetti di vita-morte-rinascita, che procede per sequenze e piani di lettura stratificati caricandosi di continue tensioni e molteplici rimandi legati alla storia dell'arte, alla mitologia, all'attualità. Thomas Lange rilegge gli spazi della chiesa della “Misericordiella” con una grande installazione d'impianto teatrale ed altamente suggestiva che ne enfatizza l'impaginazione barocca, esaltandone gli aspetti sacrali e vitalistici. La pittura deborda nello spazio tridimensionale attraverso metri di tessuto dipinto che, cadendo vertiginosamente dall'alto verso il basso ai lati della navata, veicola il fluire di colori e motivi tratti liberamente dall'iconografia cristiana, intrecciandosi fra le pieghe sinuose fino a risultare quasi indecifrabili. Al centro della scena sono disposti con apparente casualità 15 Letti di ospedale, elementari strutture in ferro ricoperte sommariamente da altrettanti lembi di cotone/lenzuola su cui sono stati dipinti ritratti di amici e famigliari, quale riferimento al problema dell'immigrazione clandestina e dell'accoglienza. Chiude la sequenza l'immagine del volto di un Cristo dipinto su un'ampia rete metallica che, avvolgendo l'altare maggiore, lo nasconde e lo rivela al tempo stesso, innescando un corto circuito visivo che vuole insinuare l'idea di una dimensione magica e mistica. Negli ambienti ipogei, Mutsuo Hirano si è dedicato invece a costruire un'affascinante visione interculturale dedicata al tema della morte e dell' “accoglienza” nell'Aldilà, collocando numerosi e diversi busti di terracotta nelle nicchie laterali un tempo utilizzate per esporre i corpi dei defunti. Si tratta di figure sconosciute e dal sapore arcaico che esprimono misteriose simbologie e rappresentano demoni/custodi modellati attingendo liberamente sia dal bagaglio iconografico occidentale, sia ai segni e alle tradizioni della cultura orientale, la cui anatomia suggerisce un lento processo di trasformazione e di decomposizione della carne. La serie dei 50 teschi bianchi collocati in fondo, non solo segnala il luogo della “terrasanta” ma, riallacciandosi ad una significativa tradizione popolare, rende omaggio alle anime dei defunti accogliendo l'idea della rinascita legata alla Resurrezione. Hirano intende però esprimere il concetto di "rinascita" anche attraverso un approccio animista a cui è dedicata la stanza attigua, dove grandi parallelepipedi di terracotta simili a lapidi piantate nel terreno, nascondono volti simbolici la cui epidermide si rifà ad elementi naturali, quali pietre porose, cortecce degli alberi e foglie. Tra la vita e la morte, tra l'“adiquà” dell'esistenza umana e l'”aldilà” dell'essenza spirituale Lange concepisce una “Porta del paradiso”, vecchie porte di lamiera di ferro sulle quali l'artista ha dipinto un romantico ricongiungimento tra Orfeo e Euridice. Hirano risponde con la visione trionfante di un Profeta dorato abbigliato con un sontuoso e coloratissimo Kimono nuziale. |
Data Inserimento: Sat, Apr 14, 2018 - 17:56:46 |
Evento N°: 2555 |
|
Nome: Adriano Corsi |
| |
Località: MILANO |
||
Spesso pensiamo allo spazio come ad un attore secondario della composizione, un ‘contenitore’ dove un racconto ha luogo. In questa interpretazione una dicotomia tra le parti è all’opera: vuoto contro pieno, soggetto contro sfondo. È la stessa dicotomia che caratterizza molti altri fenomeni nel nostro modo di ragionare; si pensi, per fare solo qualche esempio, alle coppie luce / ombra oppure suono / silenzio o ancora moto / staticità, dove apparirebbe come inevitabile il carattere di esclusività della relazione. Basta però soffermarsi un momento su questi esempi per riflettere come sia allo stesso modo vero che, all’interno delle dicotomie, i termini tanto si escludano quanto si definiscano a vicenda. L’uno descrive l’altro, l’altro marca i confini dell’uno. Cosa È l’ombra? È l’assenza di luce. Cosa È il silenzio? È l’assenza di suono. Cosa È la staticità? È l’assenza di moto. Torniamo allo spazio, il quale prova ulteriormente questa logica. Lo spazio è importante perché definisce il soggetto che in esso agisce e il soggetto, secondo la logica sopra esposta, dunque, a sua volta definisce lo spazio. Maggiormente importante è che solo la loro somma può dare vita all’opera. Gli studi della teoria Gestalt lo evidenziarono in maniera scientifica: la simbiosi tra sfondo (spazio) e figura di primo piano (soggetto) è viva e vitale. Se lo spazio ha utilità di chiarezza visiva, esso può anche essere, ed è, un valore. La Forma Dello Spazio getta una luce sul suo valore estetico. Gli artisti presenti — Cislaghi, Esposito, Rossi, Ugoni — dedicano una attenzione particolare alla strutturazione visiva (e fisica), delle loro opere. Nelle loro figurazioni essi hanno un modo personale di ‘narrare’ lo spazio, facendone avvertire la presenza in maniera forte. Ora liquido (Rossi) ora grafico-geometrico (Ugoni), in alcuni casi con il rigore di prospettive spesso vertiginose (Esposito), in altri fino a frangersi affilato in piani metallici (Cislaghi), lo spazio dei quattro artisti rivendica un ruolo da protagonista nel loro discorso artistico. Orari: martedì -sabato 10-13 / 15-19 Inaugurazione: 10 maggio 2018 ore 18 Galleria Lazzaro by Corsi via Cenisio 50, 20154 Milano t. 02 36521958 - www.gallerialazzaro.it |
Data Inserimento: Sat, Apr 14, 2018 - 17:56:04 |
Evento N°: 2554 |
|
Nome: Adriano Corsi |
| |
Località: MILANO |
||
Spesso pensiamo allo spazio come ad un attore secondario della composizione, un ‘contenitore’ dove un racconto ha luogo. In questa interpretazione una dicotomia tra le parti è all’opera: vuoto contro pieno, soggetto contro sfondo. È la stessa dicotomia che caratterizza molti altri fenomeni nel nostro modo di ragionare; si pensi, per fare solo qualche esempio, alle coppie luce / ombra oppure suono / silenzio o ancora moto / staticità, dove apparirebbe come inevitabile il carattere di esclusività della relazione. Basta però soffermarsi un momento su questi esempi per riflettere come sia allo stesso modo vero che, all’interno delle dicotomie, i termini tanto si escludano quanto si definiscano a vicenda. L’uno descrive l’altro, l’altro marca i confini dell’uno. Cosa È l’ombra? È l’assenza di luce. Cosa È il silenzio? È l’assenza di suono. Cosa È la staticità? È l’assenza di moto. Torniamo allo spazio, il quale prova ulteriormente questa logica. Lo spazio è importante perché definisce il soggetto che in esso agisce e il soggetto, secondo la logica sopra esposta, dunque, a sua volta definisce lo spazio. Maggiormente importante è che solo la loro somma può dare vita all’opera. Gli studi della teoria Gestalt lo evidenziarono in maniera scientifica: la simbiosi tra sfondo (spazio) e figura di primo piano (soggetto) è viva e vitale. Se lo spazio ha utilità di chiarezza visiva, esso può anche essere, ed è, un valore. La Forma Dello Spazio getta una luce sul suo valore estetico. Gli artisti presenti — Cislaghi, Esposito, Rossi, Ugoni — dedicano una attenzione particolare alla strutturazione visiva (e fisica), delle loro opere. Nelle loro figurazioni essi hanno un modo personale di ‘narrare’ lo spazio, facendone avvertire la presenza in maniera forte. Ora liquido (Rossi) ora grafico-geometrico (Ugoni), in alcuni casi con il rigore di prospettive spesso vertiginose (Esposito), in altri fino a frangersi affilato in piani metallici (Cislaghi), lo spazio dei quattro artisti rivendica un ruolo da protagonista nel loro discorso artistico. 10 maggio - 1 giugno 2018. Orari: martedì -sabato 10-13 / 15-19 Inaugurazione: 10 maggio 2018 ore 18 Galleria Lazzaro by Corsi via Cenisio 50, 20154 Milano t. 02 36521958 - www.gallerialazzaro.it |
Data Inserimento: Fri, Mar 30, 2018 - 00:02:15 |
Evento N°: 2553 |
|
Nome: Salvo Longo |
| |
Località: Italy |
||
L’arte di Pahsi Lin in Italia dal 9 al 16 aprile La mostra “Monologo di Doratura” del maestro cinese sarà ospitata a Milano all’interno della Galleria Scoglio di Quarto. Un evento in collaborazione con Big Eyes Vision International. "Tutte le persone di solito pregano per avere longevità, ricchezza e fortuna; amano la salute, il cibo saporito, la bellezza, i colori e il piacere dei senti”. Queste parole esprimono totalmente l'estetica di Pahsi Lin che dal 9 al 16 di aprile presenta una mostra individuale presso la Galleria Scoglio di Quarto a Milano, in collaborazione con Big Eyes Vision International. Pahsi Lin, con la sua arte, rovescia completamente l'immagine degli artisti tradizionali cinesi: ogni sua mostra d'arte non è solo originata dal concetto di bellezza, ma anche di ricchezza di animo e di spirito. L’artista lascia infatti che i colori catturino gli occhi delle persone, nei suoi disegni, l'oro non è più un simbolo di proprietà, testimone e paese delle meraviglie per ciò che l'umano cerca. È solo "sé", fama e lusso. Sebbene sembri pretenzioso e mondano, è la capacità penetrativa dell'artista a tenere il passo con i tempi. Il pittore cinese elabora le sue opere come “reazioni” alla bellezza. “Se assapori profondamente la serie di creazioni dorate”, dice Pahsi Lin, “scoprirai che l'oro mostra varietà”. La maestà convive con la dolcezza, ma l'immaginario scorre. Sebbene sia spesso una caratteristica, può ancora svolgere un ruolo di supporto. Pahsi Lin usa l'oro, il minerale e l'inchiostro come base, e usa più abilmente il colore storico. Combina l'occidentale con la pennellata interna e dà alla pittura tradizionale cinese una nuova vita. La mostra si terrà nella Galleria SCOGLIO DI QUARTO, uno spazio attivo posto idealmente tra l’antico Naviglio di Leonardo e il futuro della Nuova Arte, punto di incontro tra artisti, critici, collezionisti, persone che amano la cultura e l’arte, approdo per artisti già noti e punto di partenza per i più giovani. Inaugurazione: lunedì 9 aprile alle 18.00. Orari: dal lunedì al venerdì ore 15.30-19.30 (su appuntamento). Dove: Via Scoglio di Quarto, 4 – 20136 MILANO Ufficio Stampa: Wu Zhao Xian zhaoxiangwu@gmail.com |
Created by George Currums. |